ALFONSO LETO, OPERE SCELTE 1977-2018

ALFONSO LETO

Opere scelte 1977-2018

Palazzo Sant’Elia – Palermo

25 marzo – 29 aprile 2018

“Alfonso Leto, Opere scelte 1977-2018” è un progetto della Fondazione Orestiadi, in collaborazione con Fondazione Sant’Elia, che porta la firma autorevole di Marco Meneguzzo, docente dell’Accademia di Brera a Milano e autore di un articolato e documentato percorso di studi sugli artisti siciliani del secondo Novecento. La mostra di Leto fa parte del grande cartellone di Palermo Capitale della Cultura 2018.

Disegni, pitture, combine-painting, mezzi extra-artistici, oggettuali e d’uso concettuale: l’intero alfabeto espressivo di Alfonso Leto, quello declinato e composto nell’arco creativo di quarant’anni di attività, è di scena al Sant’Elia per raccontare la versatilità e la ricchezza di tecniche e mezzi espress…ivi delle quali la pittura è mezzo d’elezione. Un’indagine, quella curata da Meneguzzo, che partendo da un’inquadratura storica, consegna alle nuove generazioni una visione d’insieme, complessa ed eterogenea, all’interno di un percorso che – anche quando ricorre ad altri mezzi espressivi – resta comunque fedele a se stesso. Memoria del passato e senso del futuro, in Alfonso Leto, tessono la trama di un continuum sempre vivificato da una tensione a procedere che si rivela un presente ancora gravido di originalità e tensione creativa.

“Alfonso Leto – spiega in catalogo il curatore, Marco Meneguzzo – è uno scanner vivente. Un analista del reale, di tutto ciò che capita entro il suo raggio d’interesse (si badi, non nel suo raggio d’azione, e neppure nel suo raggio visivo), e che viene elaborato secondo codici autogeneranti e autogeneratisi. I codici, ancor più dei linguaggi, cambiano abbastanza rapidamente nel corso degli anni, ma lo scopo è sempre lo stesso: la codifica del reale secondo parametri intellegibili. Di fatto, questo è il compito dell’intellettuale, e difatti Leto è prima di tutto un intellettuale, poi un artista, perché dall’arte ha mutuato i suoi codici di riferimento e comunicativi”.

Originario di Santo Stefano di Quisquina, nell’agrigentino, dove vive e lavora, Alfonso Leto viene identificato spesso con l’etichetta di artista eclettico, surrealista, psichedelico. Definizione che rimanda agli anni Settanta e Sessanta. Leto non rinnega: “Per molti di noi – spiega – questa pittura fantastica era l’unica via d’uscita dalla “vulgata” guttusiana, dalla Guttuso-connection che aveva occupato la sensibilità siciliana, e con essa le gallerie e il mercato. Accanto a questo, come punto di riferimento avevamo – avevo – un legame forte con una figura storica del Gruppo 63, Gaetano Testa, che è stato per me un maestro. Grazie a lui ho compreso che il “centro” è dove noi siamo, e da lì dobbiamo agire, stabilendo un sistema di comunicazione col luogo e dal luogo in cui vivi e da cui teorizzi il tuo linguaggio e in cui agisci le tue relazioni umane”.

Alla mostra a Palazzo Sant’Elia è dedicato un catalogo edito da Fondazione Orestiadi.

INFO

Inaugurazione: 24 marzo 2018, 17:30

Orari:

da martedì a venerdì dalle 9:30 alle 18:30 (ultimo ingresso alle 18)

sabato e domenica dalle 10 alle 13 e dalle 15:30 alle 18:30 (ultimo ingresso alle 18)

lunedì chiuso.

Biglietti:

Intero € 5,00

Ridotto € 4,00 : over 65, gruppi (minimo 15 persone)

Scuole: € 3,00 a studente