RESIDENZA DEL MARCHESE

RESIDENZA IMBARBARA

Programma 2024

Fissare l’arcipelago

«Fissare l’arcipelago» è un programma di ricerca sviluppato da Philippe Terrier-Hermann, artista e professore presso l’ISBA di Besançon e l’ENSAV di La Cambre a Bruxelles. Nell’ambito di questa iniziativa, diversi studenti e professori trascorreranno l’estate 2024 in residenza di ricerca presso la Fondazione Sant’Elia, dedicandosi allo studio del contesto paesaggistico, storico e sociale siciliano. Le opere prodotte durante questo periodo saranno esposte in una mostra presso la Fondazione nella primavera del 2025.

Il programma si concentra sull’arcipelago mediterraneo, spesso considerato periferico rispetto ai centri di potere continentali. Analizzerà il rapporto tra le isole e questi poteri, evidenziando come la dipendenza da centri lontani abbia impoverito culturalmente le isole, ostacolando i loro legami naturali. Le isole del Mediterraneo sono così metafore dell’altrove e fonti di molti miti. Le civiltà insulari, spesso culture miste, risentono fortemente dell’influenza dei tre continenti che circondano il Mediterraneo. La scrittura è vista come una delle grandi culle della civiltà mediterranea, con testi fondamentali e miti universali come l’Odissea, la Torah, il Nuovo Testamento, il Talmud, il Corano e il Contratto Sociale, nati in questo contesto.

Il programma esplorerà l’arcipelago mediterraneo partendo da concetti chiave come serendipità e prolungamento cari a Kenneth White, geopoetica, spostamento della linea d’orizzonte, deriva di Guy Debord, Altrove, disobbedienza civile e semplicità volontaria. Utilizzerà una metodologia aperta, ispirata alla serendipità e alla deriva, per esplorare le dimensioni simboliche e storiche dell’arcipelago. Le fasi di esplorazione e di deriva porteranno alla creazione di un’opera collettiva composta da film, fotografie, disegni e testi, che supererà le frontiere politiche per evidenziare le specificità sovranazionali e la complessità delle isole mediterranee.

L’obiettivo finale è ripensare il mondo a partire dall’arcipelago fisico transnazionale, considerando l’isola come territorio di mezzo e osservando il mondo dal mare.

Artisti in residenza

Hervé Charles

Hervé Charles (belga, vive e lavora a Bruxelles) è un artista visivo specializzato in fotografia e video. Laureato in Belle Arti e in Arti e Scienze della Comunicazione, ha vinto importanti premi come il “Preis für junge europäische Fotografen” e il premio “Photographie ouverte”. Ha esposto le sue opere in prestigiose sedi internazionali, tra cui il Martin Gropius Bau a Berlino, la Triennale di Milano, il Palais de Tokyo a Parigi e il Bozar di Bruxelles.
Oltre alla sua attività artistica, dirige il Dipartimento di Fotografia alla Scuola La Cambre di Bruxelles, cura mostre per promuovere l’arte contemporanea, è membro delle commissioni di selezione delle residenze artistiche e consiglia i collezionisti. Attualmente fa parte del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Kanal-Centre Pompidou di Bruxelles.
Il suo lavoro si concentra sulla trasformazione brutale dello spazio naturale, con particolare interesse per la natura e la geologia della Sicilia e gli effetti degli incendi boschivi. In passato, ha esplorato la regione dell’Etna e le Isole Eolie, organizzando anche un workshop con studenti a Palermo.

Sylvie Luccisano

Sylvie Luccisano, nata nel 1973, ha studiato architettura degli interni e ha conseguito un master in design degli oggetti. Ha lavorato con un designer a Bruxelles, in Belgio, e per ventuno anni ha insegnato design in Francia. Attualmente sta completando il Master in Belle Arti a Besançon, in Francia. Durante questo percorso, ha avuto l’opportunità di partecipare a laboratori con artisti specializzati in video, performance, disegno e ceramica. Ora integra queste tecniche nella sua pratica fotografica. La sua produzione artistica è profondamente connessa al mondo vivente e all’uomo nel suo ambiente. Attraverso il suo lavoro, esplora nuove sperimentazioni, combinando strutture e materiali. Osserva attentamente i dettagli e le infrastrutture della materia. Avvicinandosi a un paesaggio, ne estrae forme, linee e volumi. Le sue installazioni artistiche affrontano una questione attuale legata all’ambiente: qual è l’impatto degli esseri umani sul loro ambiente e quanta attenzione viene loro dedicata?

Tanguy Poujol

Dopo aver studiato architettura, Tanguy Poujol (Francia, 1990) si iscrive al laboratorio di fotografia di La Cambre. Partendo dalla pratica dell’immagine e da una più ampia riflessione su di essa, inizia a dedicarsi alle installazioni. Queste opere, che possono essere di varie dimensioni e immersive o meno, riflettono il suo approccio innovativo. Laureatosi nel 2017, Poujol continua le sue ricerche cercando di applicarle in diversi ambiti. L’installazione proposta da Tanguy Poujol per CENTRALE.lab assume la forma di una costruzione che si espande dalla struttura esistente, basandosi sul tema del corpo.

Sarah Ritter

Sarah Ritter è diventata un’artista dopo aver studiato filosofia con Jean-Luc Nancy e fotografia alla Scuola Nazionale di Fotografia di Arles. La sua pratica artistica è orientata al processo e per ogni progetto mira a sviluppare il modo adeguato di creare e mostrare immagini in base al tema trattato. Nel 2019 è stata pubblicata la sua prima monografia “La nuit craque sous nos doigts” con Loco éditions. Ha inoltre curato il libro “Wild Rumors, Moby-Dick, Detroit and autres récits” nel 2023, frutto di un progetto di ricerca artistica basato sul libro di Melville, in collaborazione con scrittori, artisti, filosofi e sociologi. Le opere di Ritter fanno parte di diverse collezioni pubbliche e private in Europa e sono regolarmente esposte in mostre personali e collettive in Francia e in altri paesi come Finlandia, Germania, Slovacchia, Messico e Argentina. Ritter ha ricevuto diversi importanti finanziamenti, come il programma di ricerca dell’Institut pour la Photographie des Hauts de France, la commissione principale “Radioscopie de la France” della BNF, il premio della Fondazione Schneider, ed è stata sostenuta anche dalla Fondation des Artistes.

Daphne Targotay

Daphne Targotay è un’artista franco-turca specializzata in arti visive e performative. Ha esposto il suo lavoro in Francia, Grecia, Turchia, Spagna, Germania e Polonia. La sua pratica artistica si concentra su tematiche sociali legate agli studi sulla migrazione, esplorando il Mediterraneo, le sue isole e il Medio Oriente attraverso una visione poetica e narrativa. Partecipa attivamente al programma internazionale “Fixel l’archipel” dal 2019, utilizzando scrittura e composizione visiva per esplorare miti locali e storie personali, evidenziando l’importanza delle migrazioni per lo scambio interculturale. È coinvolta anche nell’ONG “The Observatory of Refugee Camps”, dove usa l’arte come strumento per promuovere il dialogo e l’espressione delle comunità multiculturali attraverso performance partecipative e collage audiovisivi.

Philippe Terrier-Hermann

Philippe Terrier-Hermann, nato nel 1970, ha studiato alla School of the Art Institute di Chicago e creato la sua prima opera alla Rijksakademie di Amsterdam. Ha vissuto nei Paesi Bassi, a Bruxelles, Roma, Parigi e Tokyo. Dal 2000 espone le sue opere in prestigiose istituzioni internazionali e i suoi video sono stati proiettati in vari festival e centri culturali. Ha pubblicato numerosi libri e nel 2009 ha presentato il suo primo lungometraggio. Dal 2004 insegna a La Cambre di Bruxelles e all’Isba di Besançon, dove conduce ricerche, tra cui l’ultimo programma di ricerca, “Fixez l’archipel”, esplora il mondo partendo dal Mediterraneo. Poiché è impossibile definire tutti i confini dell’area mediterranea, Terrier-Hermann si propone di focalizzarsi sul suo centro: l’arcipelago, spesso considerato periferico. Questo piccolo specchio d’acqua, abitato da poche isole con circa dodici milioni di abitanti che parlano almeno dieci lingue diverse, è il nostro campo di ricerca e permette diversi punti di ancoraggio e peregrinazioni. Consideriamo l’arcipelago come un processo di deterritorializzazione di un insieme di relazioni, che ne consente l’attualizzazione in altri contesti.

Anna Safiatou Touré

Anna Safiatou Touré (1996) è un’artista multidisciplinare franco-maliana che vive a Bruxelles. Ha conseguito un master presso l’ENSAV La Cambre di Bruxelles. Dal 2019 espone le sue opere in diversi spazi artistici in Francia, Senegal e Belgio, tra cui il Kanal Pompidou Center.

Nata a Bamako, Anna Safiatou ha lasciato il Mali per la Francia in un’età in cui non poteva ricordarlo chiaramente. Questa frustrazione le ha dato il desiderio di comprendere la migrazione, il rapporto tra due paesi, due culture, tra i colonizzati e i colonizzatori di ieri e di oggi. Questa frustrazione le ha anche permesso di osservare e decodificare l’esotismo che l’Africa nera evoca ancora nel nostro immaginario collettivo. Utilizzando una varietà di media, cerca di creare connessioni tra le nostre esperienze di giovani sradicati e i luoghi che ci circondano.

Palermo Calling | Art & Science

Considerando la posizione geopolitica di Palermo sulla costa mediterranea, la presenza di un rinomato orto botanico, dell’università e di numerose istituzioni e iniziative scientifiche e artistiche, la residenza “Palermo Calling/Art & Science” offre un’immersione totale nella città e nei suoi molteplici contesti per esplorare le seguenti tematiche:

  • l’ecosistema di Palermo, la biodiversità, le relazioni tra le specie, gli habitat naturali e culturali, il paesaggio, la resilienza ai cambiamenti climatici, la migrazione, la diversità culturale e l’ambiente plurilingue;
  • il Mediterraneo come spazio geopolitico e culturale complesso.

A seconda dell’argomento proposto, il progetto “Art & Science” può includere la tecnologia, le scienze della vita, le scienze umane e sociali, e tutte le discipline della pratica artistica contemporanea.

Artisti in residenza

Fabrizio Furiassi & Maria Rapicavoli

Fabrizio Furiassi (1983) è un architetto e ricercatore presso l’Università di Basilea, mentre Maria D. Rapicavoli (1976) è un’artista residente a New York. La ricerca che porteranno avanti a Palermo Un teatro siciliano: l’aula bunker del carcere dell’Ucciardone di Palermo si propone di collegare e organizzare i dati frammentari sull’aula  bunker e sul maxiprocesso alla mafia, i quali, a causa di calamità naturali e incuria archivistica, rischiano di andar perduti. In questo contesto, il progetto mira a esaminare criticamente e ricomporre artisticamente la storia dell’architettura del tribunale, in relazione alla sua storia politica, al fine di preservarne la memoria e renderla accessibile a un ampio pubblico.

Altri artisti in Residenza:

– Rafael Y. Herman, mostra ESSE | aprile – luglio 2022;

– Anastasiia Kolibaba, mostra SUR24 | luglio – agosto 2023;

– Daria Koltsova, mostra IF I CAN NEITHER FEEL NOR THINK, WHERE I AM THEN? | settembre – ottobre 2023.

Protocolli di intesa con Istituti di Cultura Estera:

– Istituto di Cultura Svizzera di Roma;

– Institut français Italia;

– Goethe Institut Palermo;

– Institut Supérieur des beaux-arts de Besançon (ISBA di Besançon);

– Ecole National Supérieure des arts visuels de La Cambre (ENSAV La Cambre).